In arrivo un disegno di legge delega per il riordino del sistema degli acquisti.
16/04/2015 – L’obbligo degli appalti centralizzati potrebbe riguardare tutte le Pubbliche
Amministrazioni e non solo i Comuni non capoluogo. Per la razionalizzazione dell’acquisizione di
beni e servizi da parte della Pubblica Amministrazione sono inoltre necessarie delle modifiche
normative, che saranno probabilmente inserite in una legge delega di riordino.
Sono queste alcune delle novità contenute nel Programma nazionale di riforma, sezione III
del Documento di economia e finanza (DEF).
In base alla normativa attuale, introdotta dalla Spending Review (Legge 89/2014 che ha
convertito il DL 66/2014) i Comuni non capoluogo procedono all’acquisizione di lavori, beni e
servizi nell’ambito di unioni di comuni o costituendo un accordo consortile avvalendosi delle
Province o di altri soggetti aggregatori. In alternativa, i comuni possono utilizzare gli strumenti
elettronici di acquisto gestiti da Consip SpA o da un altro soggetto aggregatore. Il mancato rispetto
di queste regole rende impossibile il rilascio del Codice Identificativo di Gara (CIG). Per l’acquisto di
beni e servizi l’obbligo è entrato in vigore il primo gennaio 2015, mentre per gli appalti di lavori
scatterà dal primo luglio 2015.
Come si legge nel Programma nazionale di riforma, è stato inoltre avviato un percorso di
razionalizzazione delle centrali di acquisto, che saranno ridotte a circa 35 e saranno gestite dalle
regioni e delle città metropolitane o unioni di comuni oltre che dalla centrale di committenza
nazionale Consip S.p.A.
Dal 2016 i soggetti aggregatori condivideranno i propri piani merceologici e parteciperanno ad un
tavolo che renderà possibile la condivisione delle banche dati, l’analisi dei fabbisogni delle
amministrazioni, la mappatura completa delle procedure di acquisto su tutto il territorio e la
semplificazione dei processi di e-procurement, cioè degli appalti elettronici.